L'alimentazione del canarino
L'alimentazione dei canarini di basa su una miscela di semi bilanciata, un pastoncino proteico e la somministrazione di frutta e verdura in dosi adeguate. A seconda della stagione e dello stress che dovranno affrontare i volatili, la dieta potrà essere più o meno ricca di grassi e/o proteine (periodo riproduttivo, muta, periodo di riposo invernale).
L'integrazione di frutta e verdura potrà essere seguita tutto l'anno. I canarini sono molto golosi di mela e apprezzano altrettanto l'insalata (lattuga, scarola, cavolo, cicoria, spinaci, radicchio) o ortaggi (piselli, cetriolo, pomodoro maturo), l'accorgimento che deve essere preso è quello di somministrare alimenti puliti, freschi, non avariati e asciutti (per esempio le foglie di insalata devono essere asciugate dopo il lavaggio), questa ultima indicazione per evitare il sorgere di problemi intestinali. Ovviamente ogni alimento deperibile che volete mettere a disposizione del vostro canarino deve essere in quantità adeguata in modo da permettere all'animale di consumarlo prima che questo si deteriori, diventando possibile veicolo di malattie
Altra ottima abitudine sarà quella di fornire ogni due settimane circa, del rosso d'uovo o del biscotto all'uovo, in particolare, durante il periodo riproduttivo dovrà essere fornito un pastoncino all'uovo che possa garantire l'apporto maggiore di proteine sia ai piccoli che ai genitori.(chi fa le mostre con i canarini gialli ovviamente non andrà a dare l uovo sodo perche da doratura al colore)
Consiglio di dare anche qualche vitamina ma la consiglio in polvere ,sconsiglio vitamine nel beverino perchè portano batteri....ogni tanto consiglio anche prima delle cove di dare del calcio in polvere che serve a solidificare lo scheletro dei nostri uccelli e a rinforzare le uova anche questo in polvere mischiato al pastoncino, o ha del cous cous ....
Nell’alimentazione di canarini, oltre al misto di semi, pastone e frutta, una funzione importante viene svolta anche dalle erbe prative. Esse sono molto comuni e facilmente reperibili ed oltretutto economiche. Spesso si trovano anche ai bordi delle strade. Si riporta una breve descrizione, corredata da foto, per le erbe maggiormente comuni che possono essere integrate nella dieta alimentare dei canarini.
Tarassaco.
Tarassaco (nome scientifico Taraxacum Officinale).
Il tarassaco più che con il suo nome botanico è noto con mille appellativi comuni che ne dimostrano l’enorme diffusione: “dente di leone”, “soffione”, “dente di cane”, “cicoria matta” e “piscialletto” sono alcuni dei nomi in uso nelle varie regioni italiane per indicare questa erbacea perenne rustica, cioè resistente al gelo. Il Tarassaco ha foglie oblunghe, glabre, frastagliate cioè con i lobi triangolari dentati simili per forma ai denti del leone, e formano rosette alte anche una trentina di centimetri. Sono assai ricche di vitamine e sali minerali perciò le foglie si raccolgono in primavera, quando sono tenere. Graditissimi dagli uccelli sono anche i capolini ricchi di semi immaturi. Contenuti di oli: essenziali, inulina, glucidi, sali minerali, provitamina A, vitamine B e C. Proprietà coleretiche, depurative, diuretiche, lassative e toniche con altissimo contenuto di calcio. Fornire foglie e capolini.
Rosa Canina.
Rosa Canina (nome scientifico Rosa Canina L.).
Questa pianta deve il nome canina a Plinio il vecchio che affermava che un soldato romano fu guarito dalla rabbia con un decotto di radici. È un arbusto spinoso, alto 100 – 200 cm. Ha fusti legnosi glabri, con spine (rosse) robuste, arcuate, a base allungata, compresse. Le foglie sono composte da 5-7 foglioline ovali o ellittiche con margini dentati (denti semplici). I fiori, rosati hanno grandi petali e sono poco profumati. Fiorisce nei mesi di maggio e giugno. I frutti, o meglio i falsi frutti, chiamati cinorrodi sono ricchissimi di vitamine e di acidi organici e particolarmente graditi da quasi tutte le varietà di silvani. Fornire i falsi frutti.
Sonco di campo.
Sonco di campo (nome scientifico Sonchus Arvensis).
Pianta erbacea perenne che cresce spontaneamente in ogni condizione fino ai 2000 metri. Ha azione diuretica, ipoglicemizzante, digestiva, lassativa. Da fornire le foglie, in special modo nel mese di Marzo, perché sono più tenere.
Rapunzia (Oenothera biennis)
La Rapunzia, nome latino Oenothera biennis, detta erroneamente “bella di notte” per il fatto che i fiori si schiudono al tramonto, è una pianta biennale, quindi la raccolta delle capsule che contengono i suoi semini piccolissimi si effettua al secondo anno di sviluppo della pianta. Si può definire una pianta infestante, e può raggiunge l’altezza di circa 1 mt e mezzo.La fioritura inizia nei mesi di Luglio / Agosto, mentre i semini verranno raccolti in Autunno. Predilige i terreni sabbiosi ed e’ facilmente trovabile sulle sponde dei fiumi. Ha proprietà antiffiammatorie, tossifughe, antispasmodiche e sedative. Fornire semi e infiorescenze.
Da non confondere con la Bella di notte, nome latino Mirabilis Jalapa
I fiori di questa pianta sono imbutiformi e pentalobati, non hanno corolla ma sono costituiti da un calice, che può essere di vari colori (giallo, rosso, rosa, bianco). È la pianta tipica presa in considerazione per lo studio dell’ibridazione dei caratteri del colore dei fiori, in quanto ogni fiore, può risultare anche di due o più colori. Fiorisce da luglio a settembre. I fiori si schiudono all’imbrunire ed emanano un profumo molto intenso che richiama le farfalle notturne (falene).
Questo cespuglio può raggiungere i 60cm di altezza e necessita di una piena esposizione al sole. La propagazione avviene per seme, anche se a volte si possono utilizzare i tuberi. In questo caso vanno piantati in aprile e bisogna mantenere costantemente umido il terreno. Mal sopporta il freddo.
I semi, neri con superficie rugosa, hanno le dimensioni di un grano di pepe e sono tossici: se ingeriti possono generare dolori addominali, nausea e vomito; in alcuni casi anche confusione mentale, delirio e dilatazione delle pupille.
Bardana.
Il suo nome scientifico è ARCTIUM LAPPA. Un’etimologia per metà greca e per metà celtica che indica
una pianta pelosa come un orso e che afferra come una mano e capiremo ora il perché.
La Bardana appartiene alla famiglia delle Compositae, raggiunge più di un metro di altezza,
le foglie sono larghe e nella forma ricordano un cuore, in piena estate produce dei fiorellini
di color rosso. I frutti, e qui si svela il mistero del nome, sono chiamati petole
(da cui il nome di petolara che le viene dato in Trentino) e hanno la caratteristica di
attaccarsi a vestiti, peli di animali e capelli. Questa particolarità pare fu l’ispiratrice
dell’invenzione del velcro. In realtà è il sistema utilizzato dalla pianta per assicurasi
la riproduzione, i suoi semi, infatti, si spargono proprio e soprattutto durante il viaggio
che il frutto peloso fa attaccato a qualche trasportatore distratto.
Cresce comunemente nei luoghi abitati, tra le macerie, nei terreni
incolti dal mare al piano montano fino a 1700m, in tutta Italia, e la possiamo trovare da Luglio fino a Marzo.
La parte più ricca di principi attivi è la forte ed enorme radice che si allunga nel terreno
fino ad un metro di profondità, è in essa che sono presenti tutte le più rilevanti proprietà
curative e magiche della pianta. E’ un antibiotico naturale, inoltre è depurativa, antibatterica, sudorifera,
diuretica, lassativa, antivelenosa e topica.
Fornire la pianta tal quale, con i capolini pieni di semi.
L'integrazione di frutta e verdura potrà essere seguita tutto l'anno. I canarini sono molto golosi di mela e apprezzano altrettanto l'insalata (lattuga, scarola, cavolo, cicoria, spinaci, radicchio) o ortaggi (piselli, cetriolo, pomodoro maturo), l'accorgimento che deve essere preso è quello di somministrare alimenti puliti, freschi, non avariati e asciutti (per esempio le foglie di insalata devono essere asciugate dopo il lavaggio), questa ultima indicazione per evitare il sorgere di problemi intestinali. Ovviamente ogni alimento deperibile che volete mettere a disposizione del vostro canarino deve essere in quantità adeguata in modo da permettere all'animale di consumarlo prima che questo si deteriori, diventando possibile veicolo di malattie
Altra ottima abitudine sarà quella di fornire ogni due settimane circa, del rosso d'uovo o del biscotto all'uovo, in particolare, durante il periodo riproduttivo dovrà essere fornito un pastoncino all'uovo che possa garantire l'apporto maggiore di proteine sia ai piccoli che ai genitori.(chi fa le mostre con i canarini gialli ovviamente non andrà a dare l uovo sodo perche da doratura al colore)
Consiglio di dare anche qualche vitamina ma la consiglio in polvere ,sconsiglio vitamine nel beverino perchè portano batteri....ogni tanto consiglio anche prima delle cove di dare del calcio in polvere che serve a solidificare lo scheletro dei nostri uccelli e a rinforzare le uova anche questo in polvere mischiato al pastoncino, o ha del cous cous ....
Nell’alimentazione di canarini, oltre al misto di semi, pastone e frutta, una funzione importante viene svolta anche dalle erbe prative. Esse sono molto comuni e facilmente reperibili ed oltretutto economiche. Spesso si trovano anche ai bordi delle strade. Si riporta una breve descrizione, corredata da foto, per le erbe maggiormente comuni che possono essere integrate nella dieta alimentare dei canarini.
Tarassaco.
Tarassaco (nome scientifico Taraxacum Officinale).
Il tarassaco più che con il suo nome botanico è noto con mille appellativi comuni che ne dimostrano l’enorme diffusione: “dente di leone”, “soffione”, “dente di cane”, “cicoria matta” e “piscialletto” sono alcuni dei nomi in uso nelle varie regioni italiane per indicare questa erbacea perenne rustica, cioè resistente al gelo. Il Tarassaco ha foglie oblunghe, glabre, frastagliate cioè con i lobi triangolari dentati simili per forma ai denti del leone, e formano rosette alte anche una trentina di centimetri. Sono assai ricche di vitamine e sali minerali perciò le foglie si raccolgono in primavera, quando sono tenere. Graditissimi dagli uccelli sono anche i capolini ricchi di semi immaturi. Contenuti di oli: essenziali, inulina, glucidi, sali minerali, provitamina A, vitamine B e C. Proprietà coleretiche, depurative, diuretiche, lassative e toniche con altissimo contenuto di calcio. Fornire foglie e capolini.
Rosa Canina.
Rosa Canina (nome scientifico Rosa Canina L.).
Questa pianta deve il nome canina a Plinio il vecchio che affermava che un soldato romano fu guarito dalla rabbia con un decotto di radici. È un arbusto spinoso, alto 100 – 200 cm. Ha fusti legnosi glabri, con spine (rosse) robuste, arcuate, a base allungata, compresse. Le foglie sono composte da 5-7 foglioline ovali o ellittiche con margini dentati (denti semplici). I fiori, rosati hanno grandi petali e sono poco profumati. Fiorisce nei mesi di maggio e giugno. I frutti, o meglio i falsi frutti, chiamati cinorrodi sono ricchissimi di vitamine e di acidi organici e particolarmente graditi da quasi tutte le varietà di silvani. Fornire i falsi frutti.
Sonco di campo.
Sonco di campo (nome scientifico Sonchus Arvensis).
Pianta erbacea perenne che cresce spontaneamente in ogni condizione fino ai 2000 metri. Ha azione diuretica, ipoglicemizzante, digestiva, lassativa. Da fornire le foglie, in special modo nel mese di Marzo, perché sono più tenere.
Rapunzia (Oenothera biennis)
La Rapunzia, nome latino Oenothera biennis, detta erroneamente “bella di notte” per il fatto che i fiori si schiudono al tramonto, è una pianta biennale, quindi la raccolta delle capsule che contengono i suoi semini piccolissimi si effettua al secondo anno di sviluppo della pianta. Si può definire una pianta infestante, e può raggiunge l’altezza di circa 1 mt e mezzo.La fioritura inizia nei mesi di Luglio / Agosto, mentre i semini verranno raccolti in Autunno. Predilige i terreni sabbiosi ed e’ facilmente trovabile sulle sponde dei fiumi. Ha proprietà antiffiammatorie, tossifughe, antispasmodiche e sedative. Fornire semi e infiorescenze.
Da non confondere con la Bella di notte, nome latino Mirabilis Jalapa
I fiori di questa pianta sono imbutiformi e pentalobati, non hanno corolla ma sono costituiti da un calice, che può essere di vari colori (giallo, rosso, rosa, bianco). È la pianta tipica presa in considerazione per lo studio dell’ibridazione dei caratteri del colore dei fiori, in quanto ogni fiore, può risultare anche di due o più colori. Fiorisce da luglio a settembre. I fiori si schiudono all’imbrunire ed emanano un profumo molto intenso che richiama le farfalle notturne (falene).
Questo cespuglio può raggiungere i 60cm di altezza e necessita di una piena esposizione al sole. La propagazione avviene per seme, anche se a volte si possono utilizzare i tuberi. In questo caso vanno piantati in aprile e bisogna mantenere costantemente umido il terreno. Mal sopporta il freddo.
I semi, neri con superficie rugosa, hanno le dimensioni di un grano di pepe e sono tossici: se ingeriti possono generare dolori addominali, nausea e vomito; in alcuni casi anche confusione mentale, delirio e dilatazione delle pupille.
Bardana.
Il suo nome scientifico è ARCTIUM LAPPA. Un’etimologia per metà greca e per metà celtica che indica
una pianta pelosa come un orso e che afferra come una mano e capiremo ora il perché.
La Bardana appartiene alla famiglia delle Compositae, raggiunge più di un metro di altezza,
le foglie sono larghe e nella forma ricordano un cuore, in piena estate produce dei fiorellini
di color rosso. I frutti, e qui si svela il mistero del nome, sono chiamati petole
(da cui il nome di petolara che le viene dato in Trentino) e hanno la caratteristica di
attaccarsi a vestiti, peli di animali e capelli. Questa particolarità pare fu l’ispiratrice
dell’invenzione del velcro. In realtà è il sistema utilizzato dalla pianta per assicurasi
la riproduzione, i suoi semi, infatti, si spargono proprio e soprattutto durante il viaggio
che il frutto peloso fa attaccato a qualche trasportatore distratto.
Cresce comunemente nei luoghi abitati, tra le macerie, nei terreni
incolti dal mare al piano montano fino a 1700m, in tutta Italia, e la possiamo trovare da Luglio fino a Marzo.
La parte più ricca di principi attivi è la forte ed enorme radice che si allunga nel terreno
fino ad un metro di profondità, è in essa che sono presenti tutte le più rilevanti proprietà
curative e magiche della pianta. E’ un antibiotico naturale, inoltre è depurativa, antibatterica, sudorifera,
diuretica, lassativa, antivelenosa e topica.
Fornire la pianta tal quale, con i capolini pieni di semi.
Dieta e caloria
Alcuni granivori si adattano anche a queste condizioni, come quelli del genere Serinus, cui appartiene anche il canarino; per contro il genere Spinus e gli Zigoli vanno facilmente soggetti ad obesità e, quel che è peggio, a danni al fegato e all'intestino.
Il contenuto calorico dei cibi naturali - come le gemme, i semi freschi e immaturi, gli insetti - è molto basso a causa della quantità d'acqua. D'inverno entrano in gioco i semi secchi, ad alto contenuto calorico, ma sono necessari a causa delle condizioni ambientali.
Un seme fresco può avere anche solo 1/8 delle calorie del seme secco.
Il niger fornisce ben 5,7 Cal./g., troppe per un uccello in gabbia; è evidente ché deve essere dosato e possibilmente germinato, in quanto la germinazione diminuisce il contenuto calorico sia per perdita diretta di energia che per il maggior contenuta in acqua. La scagliola fornisce 3,3 Cal./g., che possono essere eeualmente troppe. Per correggere il contenuto calorico dell'alimentazione dei granivori tornano utili i semi erbacei freschi (circa 0 50 Cal /¢ 1 la frutta (0,45 Cal /¢.), la verdura (0,20 Cal./g.).
Frutta e verdura hanno però una grande carenza proteica e vanno tolte durante l'allevamento dei piccoli, anche se di tanto in tanto possono essere somministrate.
Il contenuto calorico dei cibi naturali - come le gemme, i semi freschi e immaturi, gli insetti - è molto basso a causa della quantità d'acqua. D'inverno entrano in gioco i semi secchi, ad alto contenuto calorico, ma sono necessari a causa delle condizioni ambientali.
Un seme fresco può avere anche solo 1/8 delle calorie del seme secco.
Il niger fornisce ben 5,7 Cal./g., troppe per un uccello in gabbia; è evidente ché deve essere dosato e possibilmente germinato, in quanto la germinazione diminuisce il contenuto calorico sia per perdita diretta di energia che per il maggior contenuta in acqua. La scagliola fornisce 3,3 Cal./g., che possono essere eeualmente troppe. Per correggere il contenuto calorico dell'alimentazione dei granivori tornano utili i semi erbacei freschi (circa 0 50 Cal /¢ 1 la frutta (0,45 Cal /¢.), la verdura (0,20 Cal./g.).
Frutta e verdura hanno però una grande carenza proteica e vanno tolte durante l'allevamento dei piccoli, anche se di tanto in tanto possono essere somministrate.
Troppe calorie alla canarina in cova
La canarina in cova non deve disporre di cibi calorici; non si creda che le calorie siano date solo dai carboidrati e dai grassi: anche le proteine forniscono calorie, e in più scorie azotate che gli altri non hanno. Il canarino nutre i piccoli per rigurgitazione, predigerendo cioè il cibo nello stomaco (non nel gozzo); cibi non troppo digeribili vengono dunque predigeriti, e parte del nutrimento passa nell'intestino della nutrice; se il cibo contiene per contro sostanzé troppo digeribili o direttamente assimilabili (zuccheri, glucosio, fruttosio, miele, proteine in eccesso, proteine solubili), queste passano nell'intestino e vengono assimilate dall' imbeccatore aumentando esageratamente la quantità di calorie giornaliera; il maschio finisce per ingrassare, la femmina, specialmente se aiutata dal maschio oltre all'obesità può stufarsi di are o essere stimolata dall'eccesso di nutrimento a deporre nuove uova. Anche nelle specie in cui il cibo è trattenuto nel gozzo il discorso è lo stesso- in quanto c'è sempre un movimento di liquidi dal gozzo alla stomaco, nei due sensi.
I danni dell'obesita
Un canarino che dispone di verdura in abbondanza non diventerà mai obeso, mentre un'alimentazione a base di pastoncino e semi può portare con facilità a una sproporzionata quantità di calorie ingerite. Un grammo di mela ha 1/12 delle calorie di un arammo di semi di niger, e oltretutto ha un volume maggiore: nien te di meglio per una cura dimagrante, che consisterà, per un canarino grasso, in scagliola, verdura, mela.
L'eccesso di grasso è altamente dannoso per gli uccelli, che, quando non muoiono, smettono di cantare, non si riproducono, non vanno in muta; prima dell'obesità può comparire la disfunzione epatica e intestinale, specialmente, ma non necessariamente, quando l'eccesso di calorie è dovuto ai grassi. Tuttavia bisogna ammettere che il canarino sa regolarsi abbastanza bene; può succedere però, nel periodo della riproduzione, che la femmina che cova venga nutrita troppo dal maschio, il quale a sua volta ingerendo troppo cibo, oltretutto esageratamente nutriente, ingrassa oltre misura; il risultato è una coppia di obesi.
L'eccesso di grasso è altamente dannoso per gli uccelli, che, quando non muoiono, smettono di cantare, non si riproducono, non vanno in muta; prima dell'obesità può comparire la disfunzione epatica e intestinale, specialmente, ma non necessariamente, quando l'eccesso di calorie è dovuto ai grassi. Tuttavia bisogna ammettere che il canarino sa regolarsi abbastanza bene; può succedere però, nel periodo della riproduzione, che la femmina che cova venga nutrita troppo dal maschio, il quale a sua volta ingerendo troppo cibo, oltretutto esageratamente nutriente, ingrassa oltre misura; il risultato è una coppia di obesi.
L'importanza dei grassi
Nella crescita di un organismo sono inoltre importantissimi i grassi, e ci deve essere un rapporto favorevole fra questi e le proteine e i carboidrati. Per fare >>n esempio, riporto le percentuali relative delle sostanze nutritive nel latte vaccino e di donna:
latte vaccino'
proteine 28010
grassi 32%
carboidrati 40%
latte di donna'
proteine 10,6%
grassi 29,8%
carboidrati 59,6%
Naturalmente le percentuali sono riferite al totale delle sostanze costituenti l'apporto calorico; come si vede in tutti e due i casi la percentuale di grassi è alte quasi costante, mentre le principali variazioni, sono nel rapporto proteine/carboidrati.
latte vaccino'
proteine 28010
grassi 32%
carboidrati 40%
latte di donna'
proteine 10,6%
grassi 29,8%
carboidrati 59,6%
Naturalmente le percentuali sono riferite al totale delle sostanze costituenti l'apporto calorico; come si vede in tutti e due i casi la percentuale di grassi è alte quasi costante, mentre le principali variazioni, sono nel rapporto proteine/carboidrati.
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